Paolo Vegas ha collaborato per diversi anni con i grandi nomi della fotografia come Giovanni Gastel, Giac Casale, Joe Oppedisano, alla realizzazione di campagne pubblicitarie per Barbour (con Piero Chiambretti, in Scozia nel ‘96), Peugeot ‘98, Algida ‘99, Pagine Gialle, Richard Ginori, Irge e al calendario Same.
Il percorso personale di Paolo come artista è stato fortemente influenzato da questo periodo.
Nel mondo della pubblicità ciò che viene ritratto è un’emozione costruita ad hoc affinché essa venga trasmessa al consumatore.
L’opera di Paolo è ispirata alla medesima ratio ossia quella di creare un’emozione controllata.
Tutto parte quindi dall’emozione dell’artista, che poi la ricostruisce a suo piacere.
Ed è proprio questo lavoro di ricostruzione e controllo che rende peculiare l’opera di paolo.
L’artista traspone l’idea dell’immagine che vuole realizzare in uno story board. Ottenuto questo primo canovaccio inizia la ricerca di tutti gli elementi per dar corpo all’emozione.
La location, che una volta individuata per la sua attinenza alla scena, viene poi destrutturata e ricostruita su misura per lo scatto.
Il casting, modelle e modelli professionisti o gente normale, accuratamente selezionato in base alle sensazione che riescono a trasmette all’artista e dalla loro attitudine a rendere reali i personaggi immaginati da Paolo.
Lo styling, consistente nella scelta degli abiti, degli accessori ed eventuali oggetti da inserire nella scena. Una scelta che comporta un’accurata ricerca per la quale spesso Paolo si affida a stylist professionisti, riservando a sé sempre la decisione finale.
Il Make up realizzato sotto le accurate indicazione di paolo da visagisti professionisti, i quali sono presenti per tutta la durata dello shooting.
Approntati questi elementi, ricostruito perfettamente lo scenario immaginato, l’artista coadiuvato da un assistente, prepara il set, posizionando le luci per lo scatto.
Una volta realizzate le immagine queste vengono sottoposte ad un accurato lavoro di post-produzione. Le immagini così ottenute vengono stampate su Lambda ai sali d’argento, che garantisce nitidezza, naturalezza e ricchezza di toni e sfumature. Tale modalità di stampa permette altresì che l’opera si mantenga nel tempo.
Le stampe sono montate su supporto Leger 2 o 4 cm o su alluminio, con cornice di legno.
A questo punto l’opera viene resa “pezzo unico” dall’artista tramite l’inserimento di un oggetto reale presente sulla scena durante lo shooting. Ciò permette di avere un solo ed unico esemplare dell’opera, non più fotografia riproducibile ma vero e proprio quadro.
L’oggetto è altresì un veicolo che, passando dalla fantasia, riporta l’osservatore alla realtà, al dato concreto. Look and touch.
Nel 2010 nasce il “Progetto clonazioni”, ove nella stessa immagine il medesimo soggetto è ritratto almeno due volte.
In questi esempi Paolo ha effettuato più scatti della medesima ripresa mantenendo invariate le distanze focali per ottenere un’uniforme profondità di campo; la macchina ferma, posizionata al centro e semplicemente ruotata a seconda della inquadratura che doveva essere fotografata. Ogni inquadratura, ogni ripresa andava a costituire un frammento dell’immagine finale.
Tutte le opere, indipendentemente dal progetto di appartenenza, presentano l’applicazione dell’oggetto, marchio di fabbrica di Paolo,
Un gioco un po’ feticista che rende lo spettatore più vicino all’emozione del lavoro dell’artista.